VI domenica di Pasqua

Letture

LETTURA At 4, 8-14 Lettura degli Atti degli Apostoli In quei giorni. Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. SALMO Sal 117 (118) La pietra scartata dai costruttori ora è pietra angolare. Il Signore mi ha castigato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. Apritemi le porte della giustizia: vi entrerò per ringraziare il Signore. R Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, perché sei stato la mia salvezza. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. R Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto. Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre. R EPISTOLA 1Cor 2, 12-16 Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Fratelli, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Infatti «chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare?». Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo. VANGELO Gv 14, 25-29 ✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Un tema di questa domenica e delle domeniche vicine alla Pentecoste è quello del dono dello Spirito.
Credo sia qualcosa di molto più semplice di ciò che si possa dire a parole. Spiegare cosa sia lo Spirto di Dio, stare a discutere se esista o meno uno Spirto nell’uomo… credo siano tutte cose molto più difficili rispetto a raccontarne il suo agire e la sua presenza: che è molto più intuitiva, immediata e universale di quanto forse le parole non riescano a dire.

In questi mesi credo abbiamo tutti fatto un po’ esperienza dello Spirito che, come dice questo vangelo, ci ha ricordato la parola di Gesù e ci è stato da maestro e da guida, ci ha insegnato lo sguardo sulla vita che è proprio di Gesù. Ci ha aiutato a passare questo tempo difficile.
Quando nel profondo di noi stessi intuiamo una verità buona nonostante le circostanze, quando sappiamo affrontare una crisi (grande o piccola che sia) non con spirito disfattista, lamentoso o cinico tipico di oggi, ma potendoci riferire sempre al pensiero di Gesù. Quando non ci sentiamo soli anche se molti amici sono lontani, quando troviamo risorse inaudite dentro di noi per un bene che ci chiede fatica ma che capiamo essere un bene… in tutti questi casi, e in mille altri che ciascuno ha sperimentato almeno una volta, sono sicuro che sappiamo benissimo, a mente fredda, che sta agendo lo Spirito, che è Lui a farci intuire la verità, a darci l’intuizione che la vita sia destinata al bene e non al male o al nulla.

Quelli che non sono crediti la chiamano autoillusione, inganno della mente, magari suggestione psicologica. Chi conosce Gesù invece sa che è ciò che ci porta a una “verità” interiore (la cosa “giusta e buona da fare” o “la certezza di non essere qui per nulla”), tanto importante quanto sarebbe importante “bere” per chi ha sete. Chiamarla illusione è come negare che la nostra sete, il nostro desiderio di bene, non dicano nulla sull’esistenza dell’acqua e sulla possibilità di dissetarsi per davvero.

No, per noi che in questi mesi abbiamo sperimentato quanto sia vera e preziosa la presenza di Dio, quanto ci si possa dissetare davvero a questa sorgente, quanto possa cambiare il nostro sguardo sulla vita… lo Spirito è un dato di fatto, negarlo sarebbe come negare che esista la vita stessa.

Un’ultima osservazione. Questo Spirto di Gesù e la Pace che Gesù promette, dice questo Vangelo, non è lo spirito del mondo e non è la pace del mondo.
Lo spirito del mondo, che è e sarà sempre anche dentro di noi e in lotta con lo Spirito del Vangelo, insegna l’egoismo e la propria sopravvivenza. E bisogna dirlo senza scandalo e senza moralismi. È una vocina sottile che dice: “cosa te ne importa?” “tanto non ci sono certezze” “pensa a te stesso” “tieni stretta la vita, afferrala…” ingannando così noi stessi che “non siamo fatti per bastare a noi stessi”, siamo fatti per amare e per lasciare (!) le cose che possediamo.
Di contro, lo Spirito di Gesù è una voce sottile dentro di noi che ci fa intuire la verità di una vita donata, senza riserve, senza trattenere nulla per sé, senza rabbia o rancore per qualcosa che ci sarebbe stato tolto, come Gesù in questo addio. Lo Spirito di Gesù ricorda: “tutto ti fu dato per amore”. “Ti fu dato!”

Similmente, la pace del mondo va alla ricerca dell’assenza dei fastidi, è pace come lontananza dai problemi, da chi ci da fastidio e ci inquieta. In ultima analisi, la pace del mondo sarà sempre e solo “solitudine”, ma una solitudine dove alla fine non siamo capaci neanche di stare bene con noi stessi.
La pace di Cristo non è assenza di fastidi. Non è una vita spensierata. È invece la fine delle preoccupazioni per sé stessi, è la consapevolezza di un bene che ci attende oltre ogni tribolazione, un senso buona a questa nostra travagliata vita.
È la confidenza della fede che non fa affidamento sulle proprie capacità ed eccellenze, ma si fida di Dio perché ha già sperimentato tante volte la sua affidabilità. Una parentesi: per questo ci si può sposare cristianamente, perché dentro un salto così grande che è dire “ti amo” devi poter confidare che lo puoi dire anche se tu non sarai mai in grado di portarne il peso, perché custodito da mani molto più grandi delle tue.

Scriveva Bernanos nel suo romanzo più bello:
È facile odiarsi, più facile di quanto si creda. La grazia è dimenticarsi. Quella sorta di diffidenza con la quale consideravo me stesso, la mia persona, sta svanendo, credo, per sempre. È una lotta giunta alla fine. Non la capisco più. Sono riconciliato con me stesso.

È questa la Pace e lo Spirito che ci vengono donati e che faranno sempre invidia anche al mondo.