V domenica dopo il martorio di S. Giovanni

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Il vangelo di oggi ha in sé un suo fascino, contiene una sua bellezza nascosta. Ricordo una coppia di sposi che ha scelto questo brano per il giorno delle sue nozze. Gli ho chiesto “perché?” e mi hanno risposto: perché per noi questo è il cuore del cristianesimo e del messaggio di Cristo.

Condivido il fascino -come quello della prima lettura- ma credo che dobbiamo prestare ascolto anche alle contestazioni. Una bellissima parola, quando si tratta di altri, ma quando si tratta di me? Fare del bene a uno che mi odia? Bello, sia chiaro, ma davvero pensiamo di esserne capaci? Così, in un’attimo questa parola, da affascinante diventa impossibile, da impossibile utopistica, da utopistico a persino ingiusto. Alla fine di questo scivolamento, si potrebbe persino arrivare a dire con ragionevolezza che è ingiusta: “se dai qualcosa a qualcuno, questo te la deve restituire”, “se fai del bene a un nemico, questo non può essere più tuo nemico”… “ti comporti bene, ricevi il bene; ti comporti male e ricevi il male”. Dire l’opposto non solo è irrealizzabile ma è ingiusto!

In un attimo il fascino si è perso e il vangelo sembra diventare parola inutile alla vita reale. Allora mi sono chiesto: ma davvero è così? L’uomo è davvero sempre così? Oppure esiste un luogo, un ambito, dove la parola di Gesù appare meno ingiusta, meno impossibile e anche forse un po’ vitale? In altri termini quali sono le condizioni perché questa parola sia realizzabile e bella?

Credo che uno dei luoghi dove vediamo spesso tutti i giorni realizzarsi questa parola sia quello della nostra famiglia. Tra marito e moglie non accade forse questo: anche quando si litiga, anche quando per un giorno si è nemici, pure si continua a fare del bene all’altro. Anche quando lei o lui non è in grado di restituire nulla, non si continua forse a dare senza sperare di ricevere nulla in cambio. E con i figli, non accade talvolta un po’ questo? Si fanno nemici nella vita, perché c’è un tempo che sono davvero ostili, eppure nessun padre o madre smetterebbe di fare qualcosa per loro o di pregare per loro…

Se poi, al di fuori del nucleo della famiglia, vi è capitato di avere di avere delle persone che vi hanno tradito, magari profondamente tradito (perché magari non vi frequenta più perché ha altro da fare o ha una nuova ragazza), sapete che dentro di voi avete due possibilità: o dare adito al rancore e all’odio per quel tradimento, oppure mettere in atto la parola di questo vangelo. E questa seconda possibilità, per quanto vi costi fatica, troverà sempre una parte dentro di voi che ne verrà attratta.

Certo, oggi, anche in ambito famigliare -anche nella amicizie- questa parola sembra tante volte uno sforzo impossibile perché pensiamo che l’unico amore genuino che esista sia quello spontaneo del sentimento, al quale non si può comandare. Se ci pensate invece, ogni atto che a posteriore ha dimostrato un amore vero attinge alla stessa gratuità. In fondo, noi non sappiamo cosa sia “voler bene” fuori da questa gratuità che va oltre il “dovuto” che viene del cuore o della legge.
Talvolta non sappiamo cosa sia l’amore, ma sappiamo che se facciamo quanto dice il Vangelo con qualcuno, se semplicemente agiamo così, è già come se già iniziassimo a vivere diversamente. Personalmente spero di arrivare alla fine della mia vita avendo almeno una volta fatto questa esperienza, quella di poter dire almeno di uno, di una persona reale: quello lì -me ne ha fatte di ogni e sai quanto gli son stato dietro- ma gli voglio bene uguale. Quanto ci è costato non mandarlo a quel paese, almeno dentro di noi? Eppure, sapremmo indicare qualcosa di più grande?

Un’ultima osservazione. Qualche giorno fa leggevo in classe il terzo articolo della nostra costituzione italiana che ricorda che non ci sono discriminazioni ma siamo tutti uguali. Per certi versi può essere anche simile al vangelo di oggi (Dio fa piovere su tutti, giusti e ingiusti). Ma c’è una cosa che l’articolo della costituzione non ricorda e che invece è di grande importanza: se non vuoi discriminare nessuno (non dico amare il nemico, ma anche solo “non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”) tutto ciò non è mai a costo zero! Se hai una azienda e ti arriva una donna che sai che tra poco rimarrà in cinta, non è a costo zero per te assumerla ugualmente e non discriminare. Dunque cosa te lo fa fare? Chi te lo fa fare?

Gesù risponde a questa domanda: Dio. Te lo fa fare Dio, perché se vuoi essere come lui, devi fare così. Dio non sta -come per molti panteisti moderni- “al di là del bene e del male” ma prende posizione. Per me essere cristiano è anche un po’ questo. Posso sbagliare, ma so che ho sbagliato, perché so chi me lo fa fare. So perché farlo. So che è Cristo che me lo chiede. E non è poco di questi tempi.