V Domenica dopo il Martirio del Precursore

Dt 6,4-12; Sal 17; Gal 5,1-14; Mt 22,34-40

Vorrei commentare il Vangelo di oggi in modo diverso dal solito, ovvero con una riflessione a partire dai fatti che stiamo seguendo nei telegiornali e leggendo sui quotidiani: il nuovo scontro tra oriente e occidente, tra l’occidente laico e un certo integralismo islamico.

Non è solo una guerra lontana: c’è una certa mentalità islamica che acconsente a questo integralismo religioso, e che ha sede anche in occidente. Molti sono islamici che vivono a Londra come in Belgio o in Francia e abbracciano questa visione religiosa integralista. Come anche esiste un’altra parte islamica che -per fortuna- si allontana totalmente da tale fede dichiarando che l’estremismo dell’isis non deve neanche essere considerato islam…

In ogni caso, se avete seguito i reportage, potere capire benissimo cosa significa una religione che tiene uniti oppure separa i due comandamenti di Gesù Cristo. Una religione che mantiene solo il primato del primo comandamento (onora il Signore Dio tuo) e perde il suo legame con la dedizione per l’umano (il secondo comandamento: ama il prossimo tuo) funziona sempre come un integralismo. È Dio -si dice nell’integralismo- che vuole il velo così, che vuole… e siccome è un comando sganciato dalla dignità della persona, anche la violenza è accettata …
Capiamo la rivoluzione che compie Cristo nei confronti del religioso: quella donna colta in adulterio che la legge di Dio avrebbe voluto essere lapidata e che invece viene lasciata andare…

Ma questo integralismo non è presente solo nell’isis con tutte le sue atrocità estreme. In radice è la stessa logica delle nostre affermazioni che non mostrano la ragionevolezza o la qualità umana del religioso. Per esempio: si va a Messa perché si va a Messa…. si fa così perché si fa così… senza essere in grado di mostrare il legame con un bene, il legame con il secondo comandamento.

L’attualità ci fa riflettere però anche sul secondo sganciamento: vivere il secondo comando (ama il prossimo) senza il primo (ama Dio). Perché insieme alla guerra dell’Isis c’è un’altra guerra della quale si parla meno: quella dell’occidente ateo, che ha imparato ad amare il prossimo senza alcun Dio da aver poi confuso la verità del proprio amore con il proprio guadagno economico. Si tratta del paradosso della guerra del petrolio, dei tre milioni di euro dati all’isis ogni giorno. Si tratta delle stesse armi fornite a questi gruppi quando il nemico era la Russia e poi quando gli interessi economici erano evidenti nei pozzi. Perché non è mai interessato il reale stato di vita di queste persone ma il proprio interesse economico.
Amare senza un Dio è diventato di nuovo un saper amare solo sé stessi, un amare il proprio guadagno. E tutto questo non produce meno morti dei fanatici islamici. Perché la verità ha bisogno di un Dio, e per amare si ha bisogno di una verità.

Tornare a Gesù Cristo è l’unica alternativa per non dividere Dio dall’uomo, l’amore dalla verità, il primo dal secondo comandamento.