Ultima domenica dopo l’Epifania

Link alle letture.

Gerico, posta a 250 m. sotto il livello del mare e a circa 10 Km dal Mar Morto è un’oasi subtropicale stupenda, un fiore in mezzo ad un desolato paesaggio di deserto. La città ha un significato particolare nella storia di Israele. È una delle prime conquiste di Giosuè (Gs 2). Durante la conquista viene salvata solo Raab, la prostituta che aveva accolto nella sua casa e protetto le vedette mandate in avanscoperta. Ora troverà salvezza un pubblicano, Zaccheo, che è la variante maschile di Raab: si avvera la profezia di Gesù, i pubblicani e le prostitute ci precedono nel Regno dei Cieli (Mt 21,31).

C’è un secondo riferimento al Primo Testamento che mi colpisce. Zaccheo è mosso dal desiderio di “andare a vedere”, nonostante la folla e la sua statura, a tutti i costi. Allo stesso modo Mosè, al pascolo del gregge di Ietro (Es 3), quando vede un roveto che brucia senza consumarsi dice: “andiamo a vedere”.
Tante cose ci passano davanti nella vita, ma poche volte abbiamo il coraggio di dire “andiamo a vedere”, voglio “approfondire questa cosa”, “voglio capirci di più”… Dicono che uno dei drammi della nostra società sia che siamo pieni di stimoli, ma tutti superficiali, tutti durano un momento. Siamo sempre connessi, informati e informatizzati, ma manca fa la fatica dell’approfondimento, il tempo per la riflessione, la calma di chi vuole scoprire fino in fondo. Tutto è veloce, tutto è immediato e quindi un po’ superficiale. Con una conseguenza: il rischio di non scoprire mai molto di sé o della propria vocazione, il rischio che le cose della vita solamente ci passino davanti e non ci entrino mai nel cuore. Zaccheo trova la sua vocazione perché “va a vedere”. Talvolta, capita di incontrare persone che è cinquant’anni o più che vanno a Messa ma nessuno che sia mai “andato a vedere” lui di persona, che abbia preso un Vangelo e si sia messo a leggerlo, che abbia voluto approfondire lui la sua fede…

Un secondo verbo mi fa riflettere. Il testo dice che Gesù “passava” per la città. E’ un verbo che si incontra spesso nel Vangelo: Gesù spesso “passa” per i villaggi o “passa” del tempo con i discepoli di Emmaus, ma poi fa per andare oltre. Penso che sia una indicazione da meditare: il Signore non sta alla porta della nostra casa tutti i giorni allo stesso modo, ma è un incontro che passa. C’è un tempo propizio, c’è una qualità del tempo che deve essere colta. Altrimenti accade come per le vergini stolte che quando arriva lo sposo erano distratte al mercato. Il Signore non è “sempre” a mia disposizione, il suo incontro avviene spesso quando non te lo aspetti e per questo non dobbiamo smettere di desiderarlo. Non dobbiamo rassegnarci a pensare che non accadrà, che nulla accade, che “nessuno” ormai passa più.

Tuttavia, l’aspetto più affascinante di questo Vangelo resta un’altro. Malgrado tutti gli appostamenti che si possono fare per vedere Gesù, è Lui che ci cerca e ci preferisce alla folla. Gesù ha una simpatia per Zaccheo ben prima che il pubblicano si converta. Questa è la cosa più bella: essere desiderati da Dio, sentirsi preferiti e scelti personalmente… vale più di mille tentativi di desiderarlo noi stessi. Si può passare una vita a cercalo, ma se Lui non ci sceglie personalmente, se non ci fa sentire “eletti” tra tutti, non arriveremo mai alla gioia di Zaccheo. Il fatto invece che chiami proprio me tra tutti, che preferisca proprio me tra la folla… non è un privilegio (ci costerà la metà dei nostri averi) ma è il segno autentico di ogni vocazione. L’incondizionatezza di questo privilegio (tra tutti non mi stai simpatico perché ti converti, ma solo perché sei proprio tu) richiama l’incondizionatezza di ogni vero amore: si amano i figli o gli amici non perché fanno quello che gli diciamo ma perché sono proprio loro…

Qualche anno prima Zaccheo si sarebbe stupito se avesse saputo che avrebbe detto “do la metà dei miei averi ai poveri”. Non è il gesto di un uomo pio e di buona volontà, ma il gesto che può fare solo chi sa di essere prescelto tra tutti, desiderato più degli altri e a dispetto della sua reputazione.