Tutti i Santi

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Diceva suor Carolina, la suora che ha aiutato don Pino Puglisi a combattere la mafia a Brancaccio, parlando di lui: “non era una persona straordinaria, i santi sono persone comuni. Padre Puglisi era una persona normale, non era un eroe perché gli eroi li creiamo noi quando non abbiamo voglia di impegnarci”.

Gli eroi li creiamo noi per separare la vita reale e quotidiana dall’ideale e dal sogno. I santi invece non sono eroi. Così non sono eroi i discepoli o i protagonisti di queste beatitudini. C’è un problema che avverto nel leggere questa pagina di Vangelo: sono belle parole, forse anche che ci affascino… ma ne facciamo esperienza? Come se ne fa esperienza? Come si vede che queste parole non sono un ideale o un semplice sogno? Solo a condizione di capire che non sono il tuo sforzo morale, il tuo impegno o il tuo attivismo a renderle vere. E non è neanche la pretesa di vederle magicamente realizzate nella comunità civile o nella società. Non sono rivolte a te e non sono rivolte alla società. Non sono rivolte a te queste parole: sono rivolte ai dodici, sono rivolte a una comunità cristiana, a chi insieme vive il vangelo. Perché il Vangelo non lo si può vivere da soli o per sé stessi.

Quello che Gesù descrive è ciò che accade nella vita quando si ha la grazia di vivere relazioni vicine a una comunità cristiana. Coloro che sono poveri –perché non è appesantito dal superfluo (gli “anawim” che scelgono di rinunciare al di più)– hanno Dio come Signore. Essi fanno esperienza di cosa sia importante davvero, su cosa appoggiare la propria fiducia. Chi vive un lutto o una oppressione trova chi lo consola senza lasciarlo da solo. I miti, ovvero chi è stato sottomesso dal sistema economico (che gli ha rubato la terra o i soldi) ritroverà una terra comune o un amico che gli darà il denaro o il lavoro necessari a vivere. Chi presta aiuto (è misericordioso) troverà chi gli offre aiuto. Chi è puro di cuore  –ovvero chi non vive doppiamente la sua vita (chi ha il cuore indiviso e non pensa A in un contesto e B in un altro)– farà esperienza di cosa è Dio. Chi è operatore di pace –chi ama anche il nemico– ha capito come è fatto Dio (sarà chiamato suo figlio). Ecc.

Gesù non sta parlando di me, ma sta parlando dell’esperienza della comunità che è possibile anche con me o attraverso di me. Chi minimamente ha avuto amici cristiani, almeno una di queste beatitudini l’avrà vissuta sicuramente. Altrimenti avrà avuto tanti amici bigotti, forse religiosi e devoti, ma non certo cristiani. Sono esperienze vere e non sono sogni di società che non esistono e non esisteranno mai. Non aggiustiamo il mondo storto ma possiamo aggiustare le relazioni che viviamo ogni giorno, quelle che ci sostengono. Sono una promessa alla portata di ogni uomo e donna che semplicemente decida di non vivere più per sé stesso e da solo. Come è Dio, ovvero relazione trinitaria (!). Una promessa già realizzata milioni di volte nella storia. Oggi ci ricordiamo che il cielo ne è pieno.