Tutti i Santi

Link alle letture

Il nostro tempo non è ateo o agnostico, ma un tempo diviso, dove la fede non c’entra più con la vita di tutti i giorni. Per laurearsi, amare, fare famiglia, lavorare, vivere una malattia o un lutto… non è più necessaria la fede. Questo dato di fatto implica un grande dramma: la divisione tra un desiderio che diventa sempre più sogno distante o inutile e una realtà sempre più soffocante, difficile e complicata. Questa spaccatura è faticosa: come se non ci fosse via di mezzo o alternativa possibile tra una persona illusa e utopica e una persona cinica e rassegnata.

La grandezza dei santi sta tutta qui: nel mostrare invece una alternativa a questa spaccatura, nel far vedere concretamente che una vita diversa e evangelica è una vita possibile e reale. L’unico spiraglio di luce ci viene da loro, perché non ce ne facciamo nulla di un ideale irrealizzabile o di una santità lontana. I santi non sono soltanto quelli canonizzati dalla Chiesa, per fortuna, ma chiunque ci abbia mostrato che il vangelo è possibile –anche solo avvicinabile– alla vita reale per superare un poco quel dramma. Chiunque sia stato capace di mostrare questo –che non è vero che tanto “le cose vanno come vanno” o non c’è alternativa alla “dittatura della mentalità comune”– è stato affascinante e in qualche modo un santo per noi. Quando mia madre mi raccontava di cosa faceva mio nonno sul lago maggiore per salvare gli ebrei, sia da piccolo che ora, resto affascinato da una vita così. Da dove viene questo fascino? Dal fatto che l’ideale di giustizia che ognuno di noi possiede lo vede concretamente avvicinarsi alla vita reale.

Quando l’architetto Gaudì progetto la Sagrada Familia nel 1882 sapeva benissimo che un progetto così grande e utopico non lo avrebbe mai visto concluso. Non si scoraggiò di questo. Ancora oggi la cattedrale non è conclusa, forse lo sarà nel 2026. Nel costruire questa cattedrale però fece una cosa strana: invece di proseguire i lavori su tutti i fronti del cantiere, si concentrò sul portale della natività. Così, quando Gaudì morì, tutta la cattedrale era un rudere tranne un portale che era totalmente e perfettamente finito. Gli operai gli chiesero perché stava facendo in questo modo e lui rispose: perché l’uomo non può vivere in un cantiere che non avrà mai fine se non vede un pezzo già compiuto. Non posso affrontare la fatica della vita che è sempre in divenire se non ho nella mente e davanti agli occhi un pezzo finito e bello da guardare come esempio per me. Affronto tutte le fatiche del mondo con il sorriso se ho un ideale che mi porta e se questo ideale lo vedo e lo tocco come qualcosa di possibile o almeno di avvicinabile.

Per questo bisogna leggere tutti i giorni il Vangelo o tutti i giorni fare memoria dei santi. La Chiesa lo fa e possiamo farlo anche noi. Oggi ringraziamo per tutte quelle persone che abbiamo incontrato che ci hanno aiutato a vedere che la fede è un fatto possibile aiutandoci ad avvicinare l’ideale alla realtà.