Santo Natale

Abbiamo fatto questo avvento ponendoci delle domande. Oggi vorrei provare a porre a me stesso questa domanda: se Cristo non fosse mai nato o se io non l’avessi mai conosciuto in cosa sarebbe diversa la mia vita?
Oggi festeggiamo la nascita di Cristo, evento accaduto più di duemila anni fa e che potrebbe essere una pura tradizione ormai passata se non avesse da dire qualcosa ancora oggi a me stesso.
Quando festeggiamo una persona è implicito chiedersi quanto è stata importante per noi, quanto ci ha cambiato quell’incontro. Vorrei chiedermi questo: come sarei stato senza Cristo? Come sarebbe questo festa (che chiaramente non avremmo chiamato così) senza l’evento di Gesù nella storia?

È difficile rispondere perché Gesù è così profondamente entrato nella nostra cultura per secoli che separare ciò che viene da Lui e dal suo Vangelo da tutto il resto è quasi impossibile. Vorrei provare però a dire almeno tre cose che credo potrebbero riguardare me e forse molti di noi.

La prima: senza Cristo non avrei dato così tanta importanza nella mia vita alle relazioni –o almeno non avrei avuto un motivo valido per farlo anche quando queste mi pesano o non corrispondo alla mia immediata felicità. Non gli avrei dato più importanza rispetto ad altre cose come ad esempio il personale riconoscimento o successo (del quale sinceramente mi interessa pochissimo). E se per caso proprio ugualmente credessi della loro importanza, lo farei forse più per moralismo e non perché sono una verità scoperta nella vita.
Non avrei la consapevolezza che ogni uomo, sottolineo ogni uomo (non solo italiano o non solo simile a me) contiene qualcosa di Dio, ovvero: c’è qualcosa in ogni uomo che merita di essere ascoltato, guardato, valorizzato, apprezzato. In ogni uomo, e come direbbe Gesù: anche nei nemici, anche in quelli che non ti capiscono o non ti apprezzano, anche in quelli che magari -in mille modi diversi- ti mettono a morte.
Non che ne sia davvero capace, ma lo so… capisco che è così e che è giusto così. Senza Cristo non lo avrei notato, non ci crederei, non ne avrei un motivo valido.
“Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato voi”. Senza Cristo resterei confuso sul significato di questa parola “amore”, forse ne capirei la forza e l’importanza, ma non ne avrei la giusta direzione, non ne avrei la strada, il “come…” per non confonderla con la sola soddisfazione di un proprio bisogno o con l’appagamento di un istinto. E senza credere davvero che sarà questo a “giudicare la mia vita”, il perché sono qui al mondo.

Come seconda cosa non crederei che al mondo ci sia davvero un riscatto e una giustizia anche per chi non ce la fa. Tutte le ideologie della storia (anche comunismo o capitalismo) sono fallimentari e quando vedo nei ragazzi quella voglia naturale di un mondo migliore e più giusto, senza Cristo, considererei questo loro istinto una pura illusione, un bieco inganno che andrà a sparire con il tempo, soprattutto quando si renderanno conto che non hanno di meglio da dire o da fare rispetto a chi li ha preceduti o ai loro genitori. Non saprei cosa insegnargli davvero né cosa dirgli rispetto al male che l’uomo compie.
Le beatitudini di Gesù invece mi hanno insegnato che il desiderio di giustizia dei ragazzi è buono e vero e che qui, su questa terra, potremo vederne solo un anticipo. Ma in questo anticipo c’è tutto quello che serve per non diventare cinici -perché quella goccia non si perda nel mare- e per compiere la cosa più importante da fare nella vita che è alla fine la conversione del proprio cuore più che la salvezza del mondo (che non è compito nostro).

Infine, senza Cristo la parola verità non avrebbe senso. Avrebbe senso la parola fortuna o sfortuna –come accadeva per gli antichi romani– o la parola caso –come per qualche scienziato moderno.
Credo che avrei avuto comunque l’intuizione che un Dio sarebbe dovuto esistere. Troppo strana è la vita dell’uomo e la nostra coscienza per ridurci a un pugno di cellule vive. Troppo strana e misteriosa la vita, ma sarebbe celata ancora dal sospetto di un grande inganno, ancora coperta con un velo riguardo al suo senso al mio compito. Cosa sarei venuto al mondo a fare? Per rispondere a qualche istinto o per cosa e per chi?

Ma Cristo è Nato. Avrei potuto non sapere nulla di questa vita e della verità, ma la nostra razza umana, la vita di noi “genere homo sapiens”, è cambiata per sempre nella sua consapevolezza dopo che nella periferia più marginale del mondo è nato un uomo che ne ha cambiato la storia. E questo è un fatto, per credenti e non.
È nato e da quell’evento che oggi ricordiamo abbiamo deciso di contare gli anni, consapevoli che una rivoluzione è accaduta, ben più importante e profonda di tutte le ultime rivoluzioni a cui abbiamo assistito.
È nato e forse continua a nascere, ad accadere come rivoluzione per noi stessi, ogni volta che abbiamo il coraggio di tornare a Lui.