Introduzione al secondo anno

Perché fare religione?

Credo molto nell’importanza di quest’ora, anche se è soltanto un’ora alla settimana. Penso che anche un ateo o un islamico dovrebbe frequentarla e personalmente non capisco chi decide di non partecipare adducendo come scusa che “non è un credete”. Qui non vogliamo convincere nessuno, ma conoscere attraverso un confronto reciproco. Tre motivi perché mi piace quest’ora e ho deciso di insegnare:

  1. Si parla del presente e del futuro. Sono i due grandi temi spesso esclusi nella altre materie. La scuola è oggi proiettata nel passato: si studiano gli antichi, si studiano cose che sono state ideate e pensate secoli fa. Tutto questo non è un male, però c’è una sorta di “morte del futuro” nella scuola (e forse nella nostra società). Si vedano i nuovi lavori secondo il World Economic Forum LINK secondo il quale il 65% dei ragazzi che oggi va a scuola farà un domani lavori che oggi non esistono ma che possiamo immaginare POWERPOINT nuovi lavori.  Lo psicologo G. P. Charmet nel libro “Cosa farò da grande?” si chiede: “La scuola aiuta i propri giovani a sperare e ad allenarsi per conquistare il futuro e realizzare i propri sogni?” WORD testo. E’ una domanda che potremmo fare anche noi.
  2. Qui c’è la sintesi di tutto, tanto che si potrebbe parlare di tutto. Non c’è storia, non c’è piazza, non c’è cultura che non abbia avuto a che fare con la religione. Escludere la religione è escludere un confronto su tutto. Persino la matematica o la fisica pongono domande religiose.  Infondo “incarnazione” significa questo: che non c’è nulla di “carnale”, di “materiale” che sia estraneo al Padreterno. NOn significa che tutto automaticamente debba essere fatto risalire a Lui o a un suo volere (questo sarebbe una sorta di integralismo). Però la religione soffre o muore quando la si mette in un angolo, quando non riguarda più tutta la vita o tutte le persone ma soltanto pochi esperti o alcune questioni magari lontane dall’esistenza. [1. Possiamo parlare di fisica, l’equazione di George Lemetre che dialoga con Einstein perché vuole capire se la Genesi ha ragione quando afferma di un Big-Bang, come possiamo parlare dei cambiamenti culturali legati all’educazione sessuale o dei casi recenti di violenza tra giovani contro le donne e le proprie fidanzatine…]
  3. Qui c’è la possibilità di un dialogo. In molte occasioni mi è capitato di avere ragazzi che discutono e tirano fuori le loro idee o si confrontano.
  4. Qui si rimane giovani perché non è facile confrontare mondi diversi e che cambiano così velocemente. Si deve andare all’essenziale. Non è come insegnare matematica, dove non importa la mia vita.

Cosa non mi piace?

  1. La perdita di tempo.
  2. Quando ci si giudica.
  3. Quando si è chiusi o si fa finta di sapere già tutto.

Come si lavora?

Le lezioni da quest’anno sono scritte. Bisogna tuttavia ascoltare e partecipare attivamente. L’anno di seconda deve avere come caratteristica il dialogo, il confronto. Per farlo è porrò delle domande, tendenzialmente domande alternative tra loro e che chiedono di schierarsi e prendere posizione. Domande dove ciò che è importante non è tanto come rispondi ma il perché. Sono solito ripetere che “le opinioni sono come i c***, ognuno ha i suoi”. Le opinioni non sono interessanti, è interessante il perché hai questa opinione o cosa ti ha portato a pensare in un certo modo piuttosto che in un altro.

Imparare a pensare con la propria testa è il grande compito di questi cinque anni e quest’ora vuole contribuire anche a questo. Faccio un esempio molto banale: qualche giorno fa era l’11 settembre e ricordavamo la strage delle torri gemelle. Di fronte a un fatto così, non so se avete visto le immagini?, ci sono le emozione, lo spavento, la paura, quello che subito ti viene da dire (come per gli attentati recenti). Sono tutte cose importanti, ma non sono le uniche. La grande fatica è non fermarsi a queste emozioni ma iniziare a farsi delle domande, a chiedere, per esempio “come è possibile che un edificio collassi in caduta libera dovendo fondere l’armatura che lo sostiene?” [1. ri-flettere come complicazione del semplice, espressione di un arresto finalizzato ad un ripiegamento, ad un flettersi-su. Il soggetto non semplicemente esiste e non esiste mai semplicemente poiché il suo modo d’essere dimostra di essere capace di un arresto che permette una pausa o un ritorno-su grazie ad un gesto di ri-flessione. Il sé è sempre frutto di un arresto, di un ritorno su, di un raccoglimento-in. Il soggetto inizia a esistere come soggetto, e non come semplice esistente o vivente, nell’istante in cui si arresta, si chiama fuori dal flusso della vita, trova un punto d’appoggio e inizia a riflettere. Nel riflettere, il soggetto si flette su di sé, si concentra su di sé, si raccoglie in sé. Il riflettere grazie al quale il soggetto si ferma e inizia ad esperirsi come singolo soggetto, si afferma necessariamente come auto-coscienza.]
Tutte queste domande portano alla stessa questione: Qual’è la verità? Cosa è vero? Come faccio a capire cosa è vero? Da chi mi informo? Come arrivare a una certezza? Perché è sempre più diffusa la parola “fake-news”.

Questa capacità di non fermarsi alle prime impressioni, ai primi istinti è ciò che chiamo: capacità di riflettere. Spesso bisogna andare indietro nella storia, cercare come altri hanno risposto alle nostre stesse domande. La cosa strana però è che questa voglia di non fermarsi ma di approfondire, di andare a vedere, di incuriosirsi è soltanto una possibilità per l’uomo, ma non l’unica. Noi non abbiamo istinti su questo.

Però a volte ci fanno credere cose non vere, cose che sono solo emotive, tanto sono pochi quelli che vogliono sapere di più, che non si accontentano delle emozioni… Non è andata così negli anni in cui venivano uccisi sei milioni di ebrei e omosessuali e dissidenti politici? La gente aveva smesso di pensare e di riflettere.

Di cosa parleremo?

Le tabelle dei nuovi programmi CEI-Ministero pongono questi obbiettivi per gli anni di prima e seconda [1. Vedi Pagina del MIUR  e Nuovi obbiettivi per IRC validi dal 2012 e Milano – Indicazioni per l’IRC nelle secondarie di 2 grado]: una conoscenza e un apprezzamento culturale di alcuni brani biblici e di alcuni riti e simboli religiosi. Conoscere la figura di Gesù a partire da alcuni testi evangelici. Significa che non possiamo prescindere in questi due anni da un riferimento a racconti ed episodi del testo biblico, ma significa che dobbiamo fare riferimento ai testi e ai riti partire da alcune questioni che l’uomo si pone da sempre. Per esempio i diversi riti e i diversi modi religiosi di celebrare l’unione tra l’uomo e la donna rispondono in modo diverso alla domanda cosa è una famiglia, cosa significa voler bene… Oppure, il modo diverso di vedere l’esperienza della malattia e della morte ha generato racconti differenti.

Penso che il programma effettivo di religione si muova sempre tra tre poli: ATTUALITA’ – CULTURA – VITA. Ogni discorso sulla religione per me deve toccare tutti e tre questi aspetti.

  1. Trovare sé stessi. Identità e fragilità (ansia, dipendenze…)
  2. La solitudine e la ricerca di amicizie in adolescenza (chi sono gli amici?).
  3. Cosa mi piace e cosa non mi piace della tradizione cristiana?
  4. (Domande aperte sulla religione)
  5. La rivoluzione dell’ebraismo.
  6. La Pasqua di Gesù.
  7. La rivoluzione di Gesù. I miracoli. Verità storica (vangeli apocrifi).
  8. Gesù nel cinema.
  9. Tolleranza e conflitti religiosi. La violenza o la pace nella religione.
  10. Islam ieri e oggi.

 

Domande per un dibattito

  1. Cosa mi piace e cosa non mi piace dell’ora di religione? (spiega i perché)
  2. Cosa mi aspetto dall’ora di religione?
  3. La scuola è un luogo dove si imparano nozioni oppure dove si imparano anche dei valori?
  4. Quando un argomento che mi è stato presentato a scuola mi è apparso interessante. Cosa significa interessante? Quando invece è noioso?

 

Bibliografia articoli sull’inizio della scuola

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