III Domenica dopo il Martirio del Precursore

Is 32,15-20; Sal 50; Rm 5,5b-11; Gv 3,1-13

A me sembra che il dialogo di Gesù con Nicodemo abbia un punto importante: Gesù dice che la fede è “conversione”; “se non rinasci dall’alto…”. Dunque, senza rinascita, cambiamento, rinnovamento, “cambiare modo di pensare”… non c’è fede cristiana.

Ci può essere religiosità nell’uomo senza conversione. Si può andare avanti a pregare Dio perché ci aiuti. Si può continuare — anche tutta la vita — a chiedere di proteggerci dalla nostra fragilità. Si può andare a Messa una vita perché si “teme Dio”… con grande buona fede, come questo Nicodemo. Tuttavia, la fede cristiana, non nasce da questa religiosità, non è una religiosità. La fede cristiana è “conversione”, “cambiamento”, “cammino”. “Camminare come ha camminato Gesù”, “avere in noi gli stessi sentimenti che furono di Cristo Gesù”. Per questo Gesù dice: “se non rinascete dall’alto”…

Conversione è “novità” che viene “dall’alto”, cioè che riconosciamo non dipendere da noi. Quale novità noi siamo capaci di vedere nascere tra noi? Conversione è “sentire” non più come sono stato abituando, ma come il Signore ci insegna continuamente.
Scusate la banalità di questo esempio. Dico ai ragazzini: invitate per il vostro compleanno non solo gli amici del cuore. E le mamme saltano sempre su e replicano: “ma don, è il loro compleanno!”. Come dire: così siamo stati abituati a pensare.
Ma quante cose siamo stati abituati a pensare, dandole per scontate, senza conversione… che le vacanze a Sharm siano meglio che le vacanze in oratorio…. che in fondo è più importante lo sguardo dei vicini o il pensiero dei colleghi… che il benessere sia trovare il giusto equilibrio tra la palestra e qualche soldo… che per i figli sia più importante l’inglese…
Allora ribadisco: fede è conversione. Ne abbiamo sempre bisogno. Continuamente dovremmo chiederci: ma Gesù cosa avrebbe fatto al mio posto?

La prima lettura usa questa immagine. La fede è ciò che cambia un deserto (questo nostro modo di pensare per stereotipi) in un giardino. Gesù dice: la fede è ciò che permette i vedere un’opera (il Regno).

Potremmo farci questa ultima domanda: cosa nella storia da la forza agli uomini di cambiare (di cambiare anche modo di pensare di rinascere dall’alto)? Io dico ai ragazzi: quello che ha la forza di cambiare realmente la mia vita è anche quello che ha cambiato davvero la storia. Quello che cambia la storia non è il nuovo iPhone5… cambierà le modalità di metterci in contatto, ma se poi al mio amico non so cosa dire? Quello che cambia il mio cuore cambia davvero la mia vita e genera delle parole vere da dire all’altro (non delle chiacchiere che chiudono un vuoto).
Sapete perché ai ragazzi non interessa la storia? Perché si studia così (senza conversione): come se “le guerre” e le “rivoluzioni tecnologiche” fossero davvero le forze che cambiano la storia. Dunque nulla che riguardi un ragazzo, nulla che centri con la sua vita.
Io invece dico: quello che ha fatto cambiare me è una forza che ha fatto cambiare anche gli uomini di ieri. La Bibbia direbbe: è uno spirito che fa fiorire il deserto. Gesù direbbe è una conversione che viene da me. Non è l’uomo che viene cambiato da una tecnologia, ma è la tecnologia che è creata da un uomo cambiato.