III Domenica di Avvento

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Con i ragazzi della mia scuola andiamo ogni anno a visitare la comunità di San Patrignano. Una comunità di recupero tossicodipendenti vicino a Rimini. Un anno mi ha colpito la frase di una ragazza che stava facendo questo percorso, che dura circa quattro anni. Parlando di sé e di cosa la spinge a non abbandonare la comunità diceva: “quando una cosa è buona, puoi impegnarti quanto vuoi per opporti, però è buona“.

Mi ha molto colpito questa affermazione e credo possa essere una buona chiave di lettura per questo Vangelo: davanti a una crisi, riconoscere che, per quanto ci si possa opporre o si possa dubitare, una cosa buona rimane buona. Giovanni Battista sta anche lui attraversando una crisi o un dubbio sull’identità di Gesù: “è davvero lui il Messia annunciato?” Gesù risponde dicendo di raccontare ciò che accade. Il Regno coincide soltanto con l’accadere di un’opera buona.

Credo che tutto ciò valga anche per noi. Faccio qualche esempio: quando delle famiglie -che oggi vivono molto sole e stressate- imparano a condividere i loro problemi o ad aiutarsi a vicenda nel superare le difficoltà di coppia… si può essere in crisi su tante cose, ma tutto ciò rimane una cosa buona. Quando gli adolescenti -che sono molto dipendenti dai loro telefoni- imparano a stare assieme e ad avere delle amicizie serie e a stare nella natura… anche questa è una cosa che rimane buona. In generale, quando l’uomo di oggi viene aiutato a essere un po’ meno consumista, un po’ meno centrato su di sé, credo resti sempre una cosa buona, come l’accadere del Regno.

Una amico che sta finendo fisica all’università mi dice spesso: “sono un po’ un crisi su Dio, perché sono in un contesto completamente ateo”. Però poi aggiunge: “però non ho dubbi che la vita di alcune persone (quelle che chiamiamo Santi) resti per me una vita vera e affascinante”. Come dire: possiamo stare in un contesto ateo che mette in crisi molte cose, ma alla fine sappiamo, rispetto alla vita, dove sta il “bene che rimane bene”. Per quanto ci si opponga, la verità di una vita spesa per qualcosa resta affascinante.

Gesù rimprovera i suoi uditori che si sono dimenticati di questo. In qualche modo si sono dimenticati della testimonianza di Giovanni. Hanno permesso che finisse in carcere senza dire nulla, loro che prima lo avevano seguito. Anche al tempo di Gesù pare esistesse l’indifferenza. Qualcuno ti affascina ma poi non hai la forza di seguirlo o di aiutarlo e resti indifferente. Infatti, dovremmo chiederci perché Giovanni era in crisi. Giovanni era in crisi perché quando sarebbe arrivato il Messia ci si aspettava che -tra l’altro- i carcerati sarebbero stati liberati. Invece Gesù cita tutte le altre opere che avvengono quando viene il Messia, ma non la liberazione dei carcerati. E Giovanni è in carcere. Eppure subito dopo rimprovera la folla, come se fosse stata anche la folla ad aver permesso che questo accadesse.

Come dire: il Regno non avviene magicamente perché qualcosa cambia fuori di noi. Non avviene perché gli uomini magicamente diventano migliori. Non si tratta del Dio tappabuchi, non si tratta di un Dio che aggiusta dal di fuori le circostanze che vorremmo diverse. Il Regno avviene convertendoci e convertendo nel profondo i nostri desideri. Accorgerci che abbiamo desiderato in fondo cose che non valevano nulla. Dio viene cambiando i nostri desideri. Forse anche Giovanni sarebbe stato liberato dal carcere se chi lo teneva prigioniero, insieme al consenso popolare, avesse cambiato il cuore. Ma la gente era troppo impegnata a mantenere le cose così come sono, senza rischiare nulla e si è subito fatta andare bene tutta quella violenza. La violenza che Gesù cita può essere cambiata solo se cambiamo il nostro desiderio. Per questo viene Dio.

Per questo, la ragazza di San Patrignano che lottava dentro sé stessa e lottava contro il proprio falso desiderio, per non ricadere nel mondo dove era venuta, diceva “puoi impegnarti quanto vuoi per opporti ma alla fine il bene è bene“. L’evidenza del Regno che viene è anzitutto l’evidenza che viene proposta alla nostra libertà, l’evidenza di una bellezza della vita cristiana, oltre ogni altra tentazione. Anche questo è un tema del nostro Avvento.