II domenica dopo l’Epifania

Letture

LETTURA Is 25, 6-10a Lettura del profeta Isaia In quei giorni. Isaia disse: «Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: “Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza, poiché la mano del Signore si poserà su questo monte”». SALMO Sal 71 (72) Benedetto il Signore, Dio d’Israele, egli solo compie meraviglie. Il Signore libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto. Abbia pietà del debole e del misero e salvi la vita dei miseri. R Il suo nome duri in eterno, davanti al sole germogli il suo nome. In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato. R Benedetto il Signore, Dio d’Israele: egli solo compie meraviglie. E benedetto il suo nome glorioso per sempre: della sua gloria sia piena tutta la terra. R EPISTOLA Col 2, 1-10a Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi Fratelli, voglio che sappiate quale dura lotta devo sostenere per voi, per quelli di Laodicèa e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di persona, perché i loro cuori vengano consolati. E così, intimamente uniti nell’amore, essi siano arricchiti di una piena intelligenza per conoscere il mistero di Dio, che è Cristo: in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza. Dico questo perché nessuno vi inganni con argomenti seducenti: infatti, anche se sono lontano con il corpo, sono però tra voi con lo spirito e gioisco vedendo la vostra condotta ordinata e la saldezza della vostra fede in Cristo. Come dunque avete accolto Cristo Gesù, il Signore, in lui camminate, radicati e costruiti su di lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, sovrabbondando nel rendimento di grazie. Fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui. VANGELO Gv 2, 1-11 ✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni In quel tempo. Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela ». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Il vangelo di Giovanni racconta un inizio dell’attività pubblica di Gesù che è in qualche modo meno narrativo e più simbolico rispetto ai vangeli sinottici. Non sono gli eventi delle tentazioni e del battesimo a segnare il vero inizio della predicazione, ma il “segno” o “miracolo” di Cana. Ci sono infatti come due libri in questo Vangelo di Giovanni: un libro dei segni, dove Giovanni sceglie degli episodi, i sette “segni” di Gesù e poi un secondo libro, il libro della gloria, ovvero il racconto dell’ora della Croce e del dono dello Spirito.

L’inizio dell’operare di Gesù e il primo dei suoi segni hanno a che fare con l’amore tra l’uomo e la donna. Essi, nella loro festa e celebrazione inaugurale, a loro insaputa e quasi nascostamente, rischiano di essere messi in crisi e di fallire. Se ne accorge Maria, che è figura della Chiesa, insieme a qualche commensale chiedendo l’intervento di Gesù.

Oggi vorrei sottolineare questo aspetto del racconto che mi sembra attuale. Il vino è finito ma ancora gli sposi non se ne sono accorti, forse più tardi -senza Gesù- se ne sarebbero accorti. Maria ha interceduto di nascosto e lontano dagli occhi dei protagonisti. Qualcosa sta andando storto ma ancora non emerge. In altre parole: quello che accade dietro le quinte, fuori da nostro sguardo e controllo, è decisivo per la riuscita di ciò che noi crediamo avvenga soltanto alla vista di tutti.

Questo mi fa pensare. C’è un luogo dove agisce Gesù che non è sotto il mio sguardo, che coinvolge persone che magari non conosco, e che salva quel poco di amore che si sarebbe trasformato presto, senza saperlo, in fallimento. Due cose mi fanno di più pensare di questa immagine.

La prima è che i nostri legami e in particolare il legame tra uomo e donna è potenzialmente fragilissimo (questo è noto a tutti) ma di una fragilità che non è sotto il nostro controllo (questo è noto a meno). Il vino finisce e non si dice che è colpa degli sposi che avrebbero dovuto procurarne di più o che potevano accorgersene prima… magari il vino finisce perché i commensali ne hanno bevuto più della media o per mille altri motivi. Ma qui non c’è la caccia ai motivi del perché il vino finisce. Se questo brano fosse stato scritto oggi ci sarebbe stato l’intervento di qualche esperto che avrebbe detto “cosa si sarebbe dovuto fare per far sì che il vino non fine”. Anche oggi, nella vita matrimoniale molte cose sono in nostro controllo, ma molte altre no e non è detto che sia sempre utile cercare le cause né sempre possibile vedere le mancanze…

La seconda cosa è che è importante che ci sia, tra i tanti commensali, qualcuno che -anche segretamente- si occupi di noi, interceda per noi, preghi per noi. E a salvarci non è detto che sarà la nostra “buona volontà” o una qualche “tecnica”, ma potrebbe essere l’intercessioni di qualcuno che non sapremo mai. Questo credo sia un’aspetto propriamente della fede e non spiegabile nella semplice logica di causa-effetto, ma che fa una differenza enorme nel modo di vedere la vita. Che ci sia o no Gesù dietro le quinte della nostra esistenza, che ci sia o no qualcuno che prega per noi dietro le quinte dei nostri amori e dei nostri banchetti… proprio perché è “dietro le quinte” non lo sapremo mai, ma lo possiamo sperare. È come la pregherà detta nel segreto che proprio perché è detta “nel segreto”, dice il Vangelo, il padre la ascolta.
E infatti questa prospettiva dà anche molto più peso a tutto ciò che si compie “dietro le quinte”. Mentre oggi siamo abituati a pensare che solo ciò che è visibile è importante e che per cambiare le cose che vanno male bisogna farsi sentire, bisogna manifestare, bisogna prendere visibilità (e il tema della visibilità e della comunicazione è oggi molto di moda), ma al contrario questo vangelo mi ricorda che è spesso ciò che sta nel segreto, ciò che non è visibile, la preghiera detta per uno che magari conosci appena, che fa una differenza che non starà mai in mano tua.

In ogni caso, sia che abbiamo tanta o poca fede, sia che diamo peso o no a ciò che sta “nascosto” dalla vista dei più, se c’è un modo per cui l’amore che è in pericolo o fragile o già infranto si possa salvare –salvando anche noi stessi– questo non è per merito nostro, ma perché qualcun altro è venuto in nostro soccorso. Ricordo che anche Gesù sul calvario verrà aiutato non da quelli che si sarebbe aspettato esserci, ma dal Cireneo, uno sconosciuto, uno straniero, uno che pareva lì per caso, uno fuori dalla sua previsione e dal suo controllo. E ci viene anche una punta di amarezza a pensarci, per quelli che invece sono spariti. Ma questo rimprovero non è scritto nel Vangelo.