II domenica dopo la dedicazione

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E’ importante capire il contesto di questa parabola. Il Vangelo di Luca è scritto come un lungo cammino verso Gerusalemme e lungo questo cammino Gesù fa diversi incontri che possono essere come delle piccole catechesi. Tra questi incontri c’è quello di una banchetto o pranzo a casa dei capi dei farisei. Non dobbiamo immaginarci un pranzo privato come i nostri, ma più come un pranzo dell’oratorio dove arrivano un po’ tutti. In questo pranzo succedono diverse cose e la parabola di oggi è soltanto la conclusione del banchetto.

Anzitutto Gesù vede un ammalato di idropisia (noi penso diremmo con un gonfiore) e fa una domanda ai presenti: è lecito guarire di sabato? Ma nessuno ha il coraggio di rispondere. Allora Gesù, irritato, dopo averlo guarito dice: “possibile che vi stia più a cuore la sorte delle vostre bestie e dei vostri animali che la sorte di un uomo? Chi di vuoi se ha un bue o un suo figlio che cade in un pozzo non lo tira fuori anche se è sabato?”. Questione attualissima: abbiamo talvolta l’impressione che si abbia oggi più cura per propri animali domestici piuttosto che per gli uomini. Per un cane o un gatto si spendono migliaia di euro, ma di fronte a un uomo che soffre, se non è della stretta cerchia dei parenti e amici, non si fa nulla. E’ oggi preoccupante questo razzismo di ritorno.

Poi Gesù osserva come gli invitati prendono posto, guarda come cercano di mettersi vicino alle persone più influenti. Altra questione attualissima: il prestigio sociale è uno dei criteri di scelta più comuni. Mi diceva un ragazzo di quinta superiore: “sai don, farei anche l’insegnante nella vita, ma che lavoro è? che stipendio hai oggi?”. Così ragioniamo: avere un buon lavoro non perché si fa qualcosa di buono ma perché si ottiene un riconoscimento sociale ed economico. Gesù invece dice: “ricordatevi che chi si umilia sarà esaltato e chi si esalta sarà umiliato”. Affascinante logica diametralmente opposta a quella del mondo. Affascinante alternativa a una società che continua a misurati per il tuo successo e le tue eccellenze.

Quindi, Gesù dice una cosa alla persona che lo aveva invitato (forse l’organizzatore): “quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita chi non ha da ricambiarti e così riceverai infatti la tua ricompensa.” Come ricorda quell’insegnamento: “…Dio che vede nel segreto ti ricompenserà”.

Così, un tale, avendo sentito di questa ricompensa nel banchetto del cielo dice: “beato chi vi entra…” e da qui Gesù racconta la parabola che sembra confermare quanto già detto: “non gli invitati vi entreranno, non quelli che cercano il proprio onore, ma quelli che voi escludete o che nulla hanno da dare in cambio…”. Ma cosa sta a cuore a Gesù? Gesù ha la grande preoccupazione “che non ci perdiamo”. Ci perdiamo dietro alla nostre piccole cose, dietro alle preoccupazioni e alla angosce della vita (essere qualcuno)… Già tante altre volte lo aveva richiamato ai suoi: “seguimi! Rispose un tale: lascia prima che vada a seppellire i miei morti…”. C’è sempre un “ma” e un “però” nella vita che ci tiene lontano dal Vangelo. La buona notizia non può essere vista come un compito ulteriore, come un’altra tra le tante cose da fare, altrimenti non resteranno che avanzi miseri di tempo ed energia e sarà sempre all’ultimo posto. Il vangelo non sopporta “ma” e “però” perché non è un’aggiunta alla vita, un’ulteriore impegno oltre ai figli, al lavoro, allo studio, alla casa… è invece già nella vita. Se pensi che hai anche da pregare, anche da andare a messa, anche da fare la carità… beh, resterà solo un avanzo e ti perdi la bellezza di un invito a cena. Invece, come dice S. Paolo nella seconda lettura, Gesù ha abolito la legge, ha separato un muro di divisione tra la fede e la vita. La fede è già nella tua vita e nella vita di tutti! Dipende come scegli i posti ai tuoi banchetti, dipende da cosa vedi quando vedi un ammalato, da come vivi ogni giorno con i tuoi… E Gesù ti assicura che sarà bello come un pranzo e non pesante come una norma. Bello come una perla preziosa per la quale vale la pena vendere tutto il resto.