Domenica delle palme

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Stiamo entrando nella settimana santa ed è giusto chiederci cosa ci aspettiamo. Gli abitanti di Gerusalemme si chiedevano l’un l’altro “verrà il Signore?” e nutrivano l’attesa che accadesse qualcosa. Così anche noi possiamo chiederci come entriamo in questa settimana. E’ soltanto la solita Pasqua uguale tutti gli anni? Cosa avrà di speciale e di vivo questa Pasqua che viene?

Sono stato a Parigi con la scuola e mi hanno colpito due posti che abbiamo visitato. Il primo è la cattedrale di Saint Denis. In questa bellissima chiesa gotica sono conservate tutte le tombe dei re di Francia. Fa impressione osservare come i nomi che si leggono sui libri di storia (Carlo Magno, Pipino il Breve, Luigi IX, Luigi XVI…), grandi personaggi famosi, siano ora soltanto delle tombe grigie. Visitando questo posto si ha l’impressione che siano ora personaggi distanti, che sia una fama ormai morta e che nulla abbiano a che fare con noi. Qualcosa di polveroso e vecchio che contrasta con la grandezza della fama che hanno avuto. Si ha l’impressione che tutto sia davvero finito e che quella gloria sia stata proprio come un soffio di vento.

Molto diverso è stato invece visitare la chiesettina di Rue du Bac. Duecento anni fa, una ragazza di una famiglia contadina fa il suo noviziato tra le sorella della carità di Parigi. Capisce che la sua vita ha senso solo se mossa per gli altri: si impegna nella cura dei malati e degli orfani in una Parigi piegata delle epidemie e dalle guerre. Una sera, una visione della Vergine gli indica di coniare una medaglietta che distribuirà per tenere accesa la fede di un popolo che rischiava di distruggere totalmente il cristianesimo. Quella scintilla di carità verso gli uomini, a imitazione di Cristo, non si è ancora spenta. Visitare questa chiesetta, gremita di persone di tutti i colori e di tutte le età in preghiera, è un’esperienza viva! Ci sono ancora persone cambiate da Cristo. Cristo non ebbe la fama dei re di Francia eppure è una presenza viva. C’è una commozione, c’è la possibilità di percepire una presenza, l’emozione che diventa conoscenza e affidamento.

La settimana che si apre può essere questo: può essere l’incontro con una presenza viva. Molto dipenderà da noi e qualcosa anche dal Signore. Non sarà come al museo delle tombe dei re di Francia, la memoria di qualcosa che non c’è ormai più, sarà l’incontro con qualcuno che è ancora vivo. Basta avere sensi per accorgercene. Le celebrazioni non sono noia, ma silenzio, canto, gesti… dove rivivere l’esperienza viva di una commozione che diventa presenza. Altrimenti si tratta solo di ennesimi impegni in più nella vita o della “solita cosa”. Ma non sarà così. Non è questa la Pasqua che ci attende. Ci attende invece il Signore, memoria viva nella quale siamo chiamati a sostare.