Dedicazione del Duomo di Milano

Letture

LETTURA Bar 3,24-38 Lettura del profeta Baruc O Israele, quanto è grande la casa di Dio, quanto è esteso il luogo del suo dominio! È grande e non ha fine, è alto e non ha misura! Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi, alti di statura, esperti nella guerra; ma Dio non scelse costoro e non diede loro la via della sapienza: perirono perché non ebbero saggezza, perirono per la loro indolenza. Chi è salito al cielo e l’ha presa e l’ha fatta scendere dalle nubi? Chi ha attraversato il mare e l’ha trovata e l’ha comprata a prezzo d’oro puro? Nessuno conosce la sua via, nessuno prende a cuore il suo sentiero. Ma colui che sa tutto, la conosce e l’ha scrutata con la sua intelligenza, colui che ha formato la terra per sempre e l’ha riempita di quadrupedi, colui che manda la luce ed essa corre, l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore. Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia e hanno gioito; egli le ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!», e hanno brillato di gioia per colui che le ha create. Egli è il nostro Dio, e nessun altro può essere confrontato con lui. Egli ha scoperto ogni via della sapienza e l’ha data a Giacobbe, suo servo, a Israele, suo amato. Per questo è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini. Oppure: LETTURA Ap 1, 10; 21, 2-5 Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo Io, Giovanni, fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore, e vidi la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». E soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e vere». SALMO Sal 86 (87) Di te si dicono cose gloriose, città di Dio! Sui monti santi egli l’ha fondata; il Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe. R Iscriverò Raab e Babilonia fra quelli che mi riconoscono; ecco Filistea, Tiro ed Etiopia: là costui e nato. R Si dirà di Sion: «L’uno e l’altro in essa sono nati e lui, l’Altissimo, la mantiene salda». R Il Signore registrerà nel libro dei popoli: «Là costui è nato». E danzando canteranno: «Sono in te tutte le mie sorgenti». R EPISTOLA 2Tm 2, 19-22 Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Carissimo, le solide fondamenta gettate da Dio resistono e portano questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e ancora: «Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore». In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di argilla; alcuni per usi nobili, altri per usi spregevoli. Chi si manterrà puro da queste cose, sarà come un vaso nobile, santificato, utile al padrone di casa, pronto per ogni opera buona. Sta’ lontano dalle passioni della gioventù; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. VANGELO Mt 21, 10-17 ✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo In quel tempo. Mentre il Signore Gesù entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea». Gesù entro nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. Voi invece ne fate un covo di ladri». Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: “Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode”?». Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betania, e là trascorse la notte.

Credo sia fin troppo facile attualizzare la scena dei Gesù che entra nel tempio e caccia e mercanti. Chiunque abbia letto le pagine dei giornali in questi giorni sa quanto nella Chiesa di Roma ancora si tenti ancora di cacciare molti mercanti e truffatori… davvero una “spelonca di ladri”. Mi viene da pensare che il Vangelo ha sempre da attuarsi e il cuore dell’uomo è sempre ancora da guarire, ogni volta da capo. Dopo duemila anni Gesù tenta ancora di cacciare mercanti dal suo tempio. Insieme a questo, penso anche che i momenti più felici, le occasioni propizie, sono proprio queste: quando i banchi e le sedie vengono sollevati e il clamore smaschera le truffe. Al contrario, i momenti peggiori erano quelli dove nulla di tutto ciò veniva alla luce, dove il mercante era più o meno segretamente coperto dal sacerdote. Il tempo degli scandali non è il tempo peggiore. Al contrario, il tempo omertoso del silenzio è il tempo peggiore.

Tuttavia, credo anche che questa attualizzazione del Vangelo sia fin troppo facile e riguardi troppo poco noi. Alla fine gli scandali della chiesa romana possono indignarci ma non sono la nostra fede e la nostra quotidianità. Credo al contrario che il Vangelo contenga molto di più: non è un’operazione di mani pulite quella di Gesù, ma il tentativo di sovvertire qualcosa che infondo andava bene un po’ a tutti.
Andava bene un po’ a tutti che ci fossero dei sacerdoti, dei cambiamonete perché nel tempio non si entrava con monete recanti l’effigie di Cesare e venditori di colombi per i poveri che non potevano acquistarsi sacrifici migliori. Faceva parte del sistema e Gesù non caccia solo dei ladri, ma vuole sovvertire questo sistema religioso. È il sistema dove pensi di fare un baratto con Dio, dove ci sono quelli ammessi nel recinto del sacro e quelli che (talvolta anche comodamente) delegano e stanno fuori. Come quella signora che mi disse: “preghi lei per me, don, perché lei è più vicina di me a Dio”. Ecco, Gesù vuole sovvertire questa falsità. Per noi, ognuno vale quanto il papa e non c’è bisogno di nessun mediatore se non di Gesù. Come quando alla Sammaritana Gesù dice: “è il tempo dove chi vuole adorare il Padre lo può adorare in spirito e verità”. Ecco il punto: non delegare ad altri il proprio rapporto con Dio, non pensare che con lui valga un baratto, che si possa inquadrare in un sistema sociale.

Non a caso Gesù, insieme a scacciare i mercanti, guarisce i ciechi e gli storpi. Perché ciechi e storpi erano coloro che non potevano entrare nel tempio. Non serve più il tempio, non serve più il sacrificio per propiziarci Dio. Questa è la novità scomoda e sconvolgete.

C’è una canzone di Davide Van de Sfros che lo racconta bene, si intitola “40 pass”. È la storia di tre uomini della periferia di Milano che hanno vicende tristi e difficili e finiscono nel carcere di San Vittore. Dopo un po’ di anni escono di prigione e si trovano a festeggiare davanti al Duomo di Milano. È una chiesa molto grande che gli mette un po’ suggestione (dicono: “bisognerà fare una preghiera complicata, ” bisognerà imparà una preghiera de città”… ma alla fine vincono questo loro timore ed entrano, accendendo una candela
Una preghiera per Bob Marley e per el nonu in paradiis
Una candela a Sant’Ambroes, una candela a San Vituur

E così quella madonnina che sta sopra a brillare compie il suo miracolo. Quale? Quello di farli sentire ascoltati che è infondo quello che avrebbero nel profondo desiderato da sempre.
E a sta bela Madunina che la riess amò a brilà… la sarà anca piscinina ma la riéss anca a scultà…