Battesimo del Signore

Letture

EPISTOLA Ef 2, 13-22 Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Fratelli, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito. VANGELO Mc 1, 7-11 ✠ Lettura del Vangelo secondo Marco In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzare di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Il Vangelo di oggi ci riporta agli inizi della vita pubblica di Gesù. Il gesto che Gesù riceve in questo inizio è quello del Battesimo, ma un Battesimo diverso da quello degli altri, un battesimo non solo in acqua ma in Spirito. Segno di questa diversità è la voce che dice “tu sei il Figlio amato”.

All’inizio del ministero c’è un gesto che fa sentire Cristo il “Figlio amato”. All’inizio di ogni vocazione forse non può che esserci qualcosa di simile anche per noi: sentirsi figli amati. Tutto inizia da qui: non inizia da uno sforzo di volontà personale, non inizia da un impegno, da una promessa, da un corso, neanche da una vaga intuizione mistica… inizia dal sentirsi figli amati da Dio.

E’ qualcosa di cui oggi sentiamo tutti un grande bisogno. Sentirsi figli amati significa sentirsi riconosciuti per quello che siamo, oltre le nostre qualità, le nostre bravure e quello che abbiamo fatto o realizzato. Possiamo non essere stati capaci di realizzare un bel nulla, magari qualcuno può non essere stato neanche in grado di fare una “bella famiglia”, ma ugualmente la parola dell’inizio del proprio essere cristiano dovrà essere un’esperienza simile a quella che ti di dice: “sei figlio amato” anche tu. Qui c’è la forza e la novità cristiana che non si esaurirà mai. Qui sta tutta la novità di Cristo.

Per questo noi diamo così importanza alle relazioni, di cui oggi siamo così affamati. Non sono gli altri a farci sentire amati, non è dagli altri che riceviamo quel riconoscimento che ci permette di sentirci amati. La voce che sente Gesù viene dal cielo e non da Giovanni. Gli altri sbagliano, ci amano e ci odiano a seconda dei momenti, eppure sono così importanti perché sono come l’acqua nella quale bisogna immergersi, perché è dagli altri, da una comunità, che riceviamo quel segno che alla fine capiamo non essere casuale ma venire dal cielo. Ma questo sguardo, quest’acqua salvifica in dei cristiani, in una comunità, non deve mai mancare.

Mi permetto di fare un esempio, su quanto questo inizio, questo battesimo, sia necessario ancora oggi. Stavo facendo lezione in una classe e chiedevo ai ragazzi perché non fossero poi così dispiaciuti di non tornare a scuola. La risposta di molti è stata: “perché se torniamo sappiamo che saremo bombardati di interrogazioni per verificare quello che avremmo dovuto studiare”. Avere timore di un nuovo inizio perché si teme sempre di essere giudicati. Ecco quello che, in ogni campo, oggi predomina: sei al lavoro, sei all’inizio di un nuovo lavoro, e non ti accoglie un sorriso di benvenuto ma la preoccupazione di essere giudicato male. Sempre nella stessa classe, chiedo a uno di questi ragazzi, tutto sommato non dispiaciuto di non ritornare in classe, da quando non vedeva un coetaneo per passarci assieme un pomeriggio. Risposta: da un paio di mesi. Ecco, otre a stringerti un po’ lo stomaco perché immagini la sofferenza nascosta di questi piccoli, io penso che davvero di acqua del battesimo ce ne sarebbe bisogno: ma di un’acqua che sono quelle relazioni dove smetti di sentirti giudicato e qualcuno ti vuol bene per quello che sei. E questo è un segno che non sei stato “gettato a caso nella vita”, ma sei “figlio amato”. Ma non è proprio questo l’inizio della vita cristiana?

Il nostro battesimo non è solo l’immersione che abbiamo ricevuto quando eravamo molto piccoli, ma quell’esperienza di ingresso in relazioni che ci permettono di dire che Dio non mi ha abbandonato e mi tratta da figlio amato. Questa è la parola prima e anche noi che abbiamo cominciato un nuovo anno possiamo chiederci se siamo ripartiti da qui, da questa sorgente oppure da tanti buoni propositi, da tanti sforzi morali, di ambizioni personali che –sappiamo benissimo– non ci porteranno alla lunga da nessuna parte.