Assunzione della Beata Vergine Maria

Ap 11,19-12,6a.10ab; Sal 44; 1Cor 15,20-26; Lc 1,39-55

Se si va oggi sul sito di uno dei maggiori quotidiani venduti in Italia e si guardano gli articoli più letti di questi giorni, compariranno titoli di questo tipo: “Conte nuovo allenatore della nazionale”, “La moglie di Robin Williams: Aveva morbo di Parkinson”, “Cipollini investito, dovrà operarsi al ginocchio”, “Sotto il sole senza crema? Ecco come si invecchia”, “Verruche: rischio per i piedi al mare o in piscina? Perché vengono e come evitarle?” ecc.
Queste sono le notizie che si vendono di più e che interessano maggiormente l’italiano medio in vacanza.

Tutto questo mi fa impressione e mi fa molto pensare. Mi fa impressione come tutte queste notizie estive che riempiono i pomeriggio di milioni di italiani sulle spiagge siano così irriducibilmente lontane da qualcosa in grado di soddisfare davvero la vita, di dargli risposte, da quella Notizia che ha che fare con il Vangelo cristiano o con la stessa festa dell’Assunta.
Ma oggi mi fa ancora più impressione, proprio in questi tempi recenti, nei quali c’è stato anche l’appello del papa a pregare — ma mi verrebbe da dire “ad accorgerci” — per quello che sta succedendo nel mondo, vedi i cristiani dell’Iraq.

Vorrei che ci pensassimo per un istante, per non vivere troppo da persone addormentate alla realtà e preoccupate dell’abbronzatura o delle verruche. Possiamo pensare e guardare alla realtà del mondo perché abbiamo una buona notizia, una speranza buona non da gente disincarnata o disillusa. Possiamo farlo senza la pesantezza di volti tristi, ma nella lieta responsabilità degli adulti che –proprio perché adulti felici di esserlo— si interessano sempre alla realtà e al mondo. Questo è il primo messaggio da far passare ai più piccoli!

Dunque, cosa accade oggi? Accade che non lontano da qui, a qualche ora di volo, ci sono donne e bambini che ancora oggi, in nome di qualche ideologia, perché pregano il nome di Gesù vengono uccisi e seviziati. In altre parti, delle mamme che portano i loro figli a dire una preghiera davanti all’icona di una Madonna, vengono tacciate di essere delle traditrici e di corrompere i costumi…

E’ davvero questione lontana di poveri, di lotte solamente tribali che non ci riguardano? No, sempre il cristianesimo genera uno scandalo (quando è cristiano legato a Cristo) e questo accade qui in forme più sottili e accade in medioriente con il mitra e il macete…
Ma è importante che ci sentiamo vicini a queste persone e a tutto il sangue di milioni di persone che hanno permesso la nostra fede. Andrea Riccardi –storico dell’università di Roma– ha scritto un libro sui martiri del secolo passato. Non è un libro sui martiri lontani, ma sui nostri genitori o nonni che hanno combattuto tante forme diverse di ideologie (dal Nazismo al Comunismo o al Consumismo) per rimanere fedeli a quella buona notizia di Cristo sull’uomo. Quanti sono stati nel ‘900? Nessuno lo dice, ma se ne contano più di tre milioni. Sono i nostri “nonni” che così ci hanno testimoniato la fede. Anche oggi altri martiri combattono al nostro posto perché l’uomo possa sempre appassionarsi a Dio e all’altro uomo come Cristo ci ha insegnato. Non possiamo essere distratti, come non possiamo non accorgerci che anche qui tra noi, quei ragazzi che cercano di prendere sul serio la loro fede (magari perché meno interessati all’abbronzatura e al trucco), vengano spesso tacciati dai loro coetanei — in modo molto più meschino, ma non meno violento — di essere “vecchi”, “fuori dal tempo” o “politicamente scorretti”.

Noi raccontiamo questo per raccontare anche il riscatto di queste persone, almeno come la testimonianza che i martiri del passato portano, come il frutto buono che nasce anche dal loro sangue. Fino a qualche tempo fa ogni Chiesa doveva nascere sulle reliquie e sui resti dei martiri e dei Santi. Non era un caso, ma il segno evidente che solo così nasce la Chiesa. Anche io posso dire: davvero ho incontrato persone che si sono così appassionate a Cristo e agli altri da aver dato la vita… E che esempio sono stati per me! Quanti martiri anche oggi noi conosciamo e sono davvero dei maestri per noi. Chi non ricorda i nomi di padre Kolbe o don Romero?
Perché, come ci ha raccontato il Vangelo: “Dio nella sua storia rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, rimanda i ricchi a mani vuote e sfama il poveri…” Non è una filastrocca, ma lo possiamo davvero raccontare se sappiamo leggere la storia e forse –anche– se riusciamo ad alzare lo sguardo oltre i titoli dei giornali che sembrano convincerci che la felicità sia questione di “verruche” e di “abbronzatura”, dando per scontato che è necessario “distrarsi” per “godersi” la vita e perché? Perché in fondo non siamo che “concime per vermi”.