Anno A – Ultima domenica dopo l’Epifania

Os 1,9a;2,7a.b-10; Sal 102; Rm 8,1-4; Lc 15,11-32

Ricominciare mi sembra il grande tema che lega queste pagine tra loro. Il profeta Osea racconta il ricominciamento assurdo e paradossale di Israele. Israele è come una prostituta, o – più letteralmente – una “puttana”. Ci si aspetterebbe la fine e invece Dio stesso rilancia la sua alleanza, rinnova il suo fidanzamento e firma un secondo matrimonio (“l’attirerò a me…”)

E così questa pagina di vangelo: cosa c’è di più bello di ricominciare? Il ragazzo trova la forza di ricominciare nel momento più basso della sua vita. L’inizio – non è così essenziale. Talvolta l’inizio è così pieno di ideali… ma è nel “ricominicaimento”, quando siamo costretti a ricominciare faticosamente che si costruisce il nostro carattere e la nostra personalità.

Quando il ragazzo trova la forza di ricominciare? Il testo dice quando “ritornò in sé stesso”. Interessante: c’è una parola dimenticata in italiano che è “riflettere”. Riflettere dice questo. Ri-flettere, piegarsi su, ritornare su. E’ quella capacità dell’uomo che preso anche delle cose belle, magari bellissime, è capace di fermarsi e pensare. E’ capace di mettere una cosa (la mia fame…) dentro a una scena più grande. Questo fa il ragazzo per tornare indietro: prende la sua condizione disperata e la mette dentro a una scena più grande.

E cosa è ricominciare? Io dico con uno slogan: capire che c’è una verità più grande dell’AVERE RAGIONE. Bellissimo: c’è una verità che è più grande dell’avere ragione. Non è importante se ho avuto ragione io o tu (così ragiona il fratello) ma se sono capace di andare oltre il mio “aver ragione”. Solo così si può ricominciare davvero. Solo quando si dice di sé stessi: non mi interessa se io avevo ragione o no, mi interessa di più della verità (e la verità è che sei tornato). Ricominciare non è dimenticare o fare finta di nulla, ma è capire che c’è una verità (che sei tu) che è più grande dell’avere ragione.

La domanda conclusiva potrebbe essere: da cosa parto per poter ricominciare? Parto da maggior cinismo, da più rassegnazione, da più sano realismo (lui non mi ascolta)? Quel ragazzo della parabola da dove ha tratto la forza per poter ricominciare di nuovo?