Anno A – I domenica di Avvento

Is 51,4-8 Sal 49,1-6 2Ts 2,1-14 Mt24,1-31

– Iniziamo oggi un cammino che potrebbe essere per noi realmente di Grazia. Già qui devo fermarmi e farvi osservare una cosa bellissima al tempo stesso dimenticata.

L’avvento è cammino di Grazia significa: non c’è nessuna moneta al mondo per comprarlo.

Siamo in una società dove si compra tutto:
Si danno soldi per risparmiare il proprio tempo (per comprarlo, far fare ad altri le cose nostre).
Si danno soldi per stare meglio, per sentirsi più felici, addirittura per poter avere dei figli…
Si danno soldi per “migliorare la qualità del tempo” (come se il tempo soltanto in sé non fosse mai gran ché) …
E ora si danno soldi per creare climi diversi. Si comperano lucine e calendari e presepi e alberi per farci sperare ancora in un tempo “migliorato”, un po’ meno grigio del solito, un po’ meno monotono e freddo.. nella speranza di desiderare ancora qualcosa, di scaldare il cuore…

Bene, dobbiamo ricordarcelo: questo tempo di Avvento invece non è nella logica di tutte queste cose che si comprano o di cui ci si addobba.
L’Avvento non è sul bancone dei supermercati tra chi cerca i regali, candeline o dei petardi o di chi pensa alle vacanze.

L’Avvento si trova da un’altra parte (sta qui il suo bello!!) , in altre regioni del cuore e della mente.
Si trova e si compra a un mercato che ha tutta un’altra logica, che vive di un’altra moneta – totalmente nuova e infinitamente più umana.

Perché la moneta del mercato è questa: quella di averne abbastanza. E’ solo per quelli che ne hanno abbastanza – non c’è scampo. E’ la logica che ottimizza e che cerca efficienza, che ti convince che devi migliorarti, che devi essere sempre più felice.
Ma è anche la logica che quando non sei più abbastanza efficiente, non sei più all’altezza, o non ne hai abbastanza (di soldi come di doti, di qualità) allora ti molla, ti fa cadere nel vuoto, perché non sei più nessuno, perché non ce l’hai fatta perché non hai dato abbastanza risultati…

Nella logica dell’avvento invece tu non devi essere all’altezza. Devi poter ricevere sguardi che non ti chiedono di essere all’altezza. Per viverlo non devi cercare nelle cose che devi ancora mettere per abbellire, per sentirti più felice, per sentirti a posto. Non devi cercare nelle cose che devi ancora migliorare. Perché non sarai mai a posto di fronte a Dio – e lo sappiamo bene!
Ma, in ogni caso, tu non sarai mai abbandonato nel vuoto quando il gioco si fa duro e tu magari scopri di essere più fragile di quanto ti eri immaginato.
Non cadi nella paura quando entri nella logica dell’Avvento che ti chiede di iniziare ad appoggiare la tua vita altrove: in un mondo dove la qualità del tempo non dipende dalla nostra capacità di miglioralo… Non vive dell’ansia (perché è diventata una vera ansia) di renderlo più divertente, più soddisfatto…

– L’avvento è tempo di Grazia significa questa cosa bellissima: esci da quella logica, dall’ansia di sentirti più felice… e capirai — dove non te lo aspetti e come non te lo immagini — che i fantasmi dei nostri incubi peggiori cadono davvero, come il Sole e la Luna e le Stelle che sono decritti in questo vangelo.

– Se intuiamo che è da Dio che muoviamo i nostri primi passi e a lui ritorniamo. Allora anche quando ce lo siamo dimenticati e gli diamo nomi diversi e di fantasia (una volta si chiamavano Luna, Sole: oggi sono l’ansia della propria realizzazione) , possiamo sempre ritrovarlo di nuovo e ricordarci che lui non ci aveva abbandonato.

– Lo celebriamo ogni anno per questo. Perché ne sentiamo nuovamente la sua affidabile presenza nel corso, così spesso tempestoso della nostra vita. Oltre ogni distruzione o catastrofe, di oggi e di ieri, nel segno di regni che continuamente cadono e cambiano, di mode che ci schiacciano e ci imbrogliano facendoci credere ciò che non siamo. Nella costanza di uomini che invece (ed è bellissimo) continuano a radunarsi attorno al suo nome.