1Cor 15,1-8 – S. Filippo e Giacomo

Fratelli, vi rendo noto il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l’ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.

C’è una forma che va mantenuta. C’è un cammino che devono fare ora i nostri deboli passi perchè anche oggi non è promesso niente di meno di quello che hanno visto questi didici e Paolo e Giacomo e i cinquecento fratelli. C’è un punto comune che ci lega ed è lo sguardo della fede di Gesù. E’ come un soprassalto che si ridesta, che ci fa incontrare il Signore nelle forme più impensate, ce lo fa scambiare per altro, per qualcuno che non ci dice niente, per un giardiniere. Ma sempre ci permette di incontrarlo allo stesso modo dei primi. Egli è lì sempre presente sul nostro cammino quotidiano: ma è presente nella fede e nella speranza. Solo in questa forma ci è stato annunziato. 

Bisogna dunque che abbandoniamo il pregiudizio di averlo perso per sempre con la sua morte, o con la prima generazione di credenti, o con la secolarizzazione del nostro mondo… Bisogna che facciamo spazio dentro di noi alla speranza che ha una segreta corrispondenza dentro di noi, che la morte non sia l’ultima parola. Bisogna che noi facciamo spazio nel nostro cuore a questo desiderio per poterlo riconoscere sotto le spoglie del nostro quotidiano compagno di viaggio. E in tutti gli incontri, il Signore respinge l’idea di concentrarsi troppo sulla sua persona, o di sostare troppo a lungo sulla contemplazione della sua speranza. Tutti invece spingono alla testimonianza, spingono verso la strada di altri uomini. In modo da poter dare con il proprio sguardo il fatto che questo desiderio profondo della vita, che trova una corrispondenza in noi, è un desiderio sano, sensato, e l’abbiamo visto che è sensato!

Mantenerlo nelal speranza, come tutte le cose importanti della nostra vita si vedono nella speranza. E vive anche dellla trepidazione di non trovare più domani lo stesso sguardo. Ma non ci è chiesto di strare troppo passivamente in contemplazione dello sgurado del Signore. Ci è chiesto di raccogliere la segreta passione che anima lo sgurdo del Risorto, lo stesso sguado di Gesù, che anche l’altro si accorga che c’è speranza nella vita! Uno sguardo dove questo uomo e i suoi fratelli si trovano con un unico Padre, con un unico Dio, con un unico mondo abitato da uno sguardo definitivamente trasparente sulla vita.

Un giorno, io lo so, ritornerai
e della morte svanirai il ricordo
– ma non l’amore.
Un giorno, io lo so, mi accoglierai
e della vita svanirai il mistero
– ma non l’incanto.
Ed al compagno delle mie paure
potrò mostrare, finalmente, quanto
– segretamente – io desideravo che mi fosse accanto
nel giorno della Tua rivelazione.